In breve

L’Uja (o Uia) di Ciamarella con i suoi 3.676 metri di altezza è la cima più elevata delle valli di Lanzo. Una montagna magnifica dall’orografia complessa, con un versante sud-occidentale relativamente accessibile che contrasta con il glaciale versante nord che si affaccia sul vallone di Sea e il ripidissimo versante sud-est che precipita verso il pian della Mussa. Proprio da quest’ultimo parte la via normale: un percorso che attraversa una grande varietà di ambienti d’alta montagna con panorami mozzafiato che, pur non presentando difficoltà tecniche di rilievo, è fisicamente impegnativo e richiede di superare un ghiacciaio. La salita, relativamente frequentata, è decisamente impegnativa da compiere in giornata, per questo viene generalmente spezzata pernottando al vicino rifugio Gastaldi.


Partenza

Indicazioni

Questo itinerario è una tappa di: Uja di Ciamarella

Dal rifugio Gastaldi (2.658 m) imboccare la mulattiera diretta verso nord che porta verso l’arrivo dell’antica teleferica e prosegue in discesa fino a raggiungere le morene del pian Gias (2.594 m), dove si riceve da destra il sentiero diretto dal pian dei Morti.

Il sentiero prosegue a fianco dell’impetuoso rio delle Capre, che poco più avanti occorre attraversare su una malridotta passerella (prestare massima attenzione).

Si accede così a un vasto e spettacolare altopiano d’alta montagna dalle dimensioni patagoniche, puntellato di nevai e chiuso al fondo dal poderoso monte Collerin.

Poco più avanti il sentiero si sdoppia: occorre tenere il ramo di destra perché quello di sinistra si perde appena oltre. Raggiunto un secondo bivio (2.726 m) si lascia a sinistra il tour della Bessanese e proseguendo verso destra seguire le tacche e gli ometti che guidano nell’immenso e faticoso macereto.

Giunti su una spalla panoramica proseguire con numerose serpentine dal fondo detritico. Superata una fascia di facili roccette accedere a un ripiano ai piedi del ghiacciaio della Ciamarella nei pressi di un laghetto di fusione.

Ancora uno strappo su rocce montonate, modellate dall’azione del ghiacciaio, e seguendo i numerosi ometti accedere finalmente al fronte del ghiacciaio della Ciamarella, situato ai piedi dell’anfiteatro chiuso a nord dalla Piccola Ciamarella. All’indietro si aprono viste sensazionali sulla pala della Bessanese e sulla serie di cime che superano abbondantemente i tremila metri tra le quali, solo per citarne alcune, il monte Lera e le punte Croce Rossa, d’Arnas e di Charbonnel.

Calzati i ramponi (indispensabili anche in estate, mentre in condizioni normali non serve altra attrezzatura specifica come piccozza o corde) tagliare con un leggero semicerchio da sinistra verso destra la base dell’imbuto glaciale. Le pendenze sono ridotte, ma al fondo si impenna per un breve tratto.

Superato il ghiacciaio si giunge su un ripido pendio detritico, dove si trova un sentiero ben tracciato, ma leggermente aereo e dal fondo di brecciolino instabile. Dopo alcuni tornanti compiere un lungo traverso sotto una formazione rocciosa che ricorda vagamente una sfinge portandosi alla sua sinistra.

Un paio di punti con roccette affioranti ricoperte di detriti fini richiedono un po’ di concentrazione. Al fondo il sentiero piega verso destra, si insinua tra facili roccette e raggiunge l’ampia dorsale nord-ovest di rocce verdastre della Ciamarella (possibili nevai fino a estate inoltrata).

Percorrerla su terreno che in assenza di neve diventa più facile, con viste mozzafiato a nord-ovest verso il massiccio del Monte Bianco.

Il sentiero prosegue su terreno detritico a poca distanza della parte sommitale del ghiacciaio Tonini. Proseguendo sulla cresta giungere finalmente sulla vetta dell’Uja di Ciamarella (3.676 m), sormontata da una Madonnina con bambino.

Manco a dirlo, trattandosi di un pulpito d’eccezione tra cime imponenti, i panorami sono superlativi: dal maestoso Monte Bianco alle Grandes Jorasses, passando per la Testa del Rutor, il Gran Paradiso e il Monte Rosa. Il panorama abbraccia numerosi quattromila svizzeri e le grandi vette francesi del massiccio degli Écrins.

Il ritorno avviene sul percorso dell’andata evitando però la deviazione per il rifugio Gastaldi e scendendo direttamente dal pian del Gias al pian dei Morti.

Testo di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com

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L'itinerario di accesso al rifugio Gastaldi (2.658 m), intitolato al geologo Bartolomeo Gastaldi, cofondatore del CAI, situato nella conca glaciale del Crot del Ciaussinè ai piedi della maestosa Bessanese.