In breve

Un facile percorso naturalistico-religioso che tocca dieci piloni che ricordano le principali apparizioni della madonna nel mondo riconosciute dalla Chiesa cattolica. L’itinerario culmina con l’arrivo al santuario di Marsaglia, situato nell’appartata valle del Tesso, e si snoda tra fitti boschi su sterrate e antiche mulattiere riaperte grazie all’impegno di volontari. Questo percorso era utilizzato in passato per il trasporto del fieno, motivo per cui è anche conosciuto come “via del fieno”.


Partenza

Indicazioni

L’itinerario parte dalla fontana Sistina (1.132 m), dove una pietra incisa segna l’inizio del percorso.

Dirigersi verso monte sulla strada asfaltata che procede verso il colle della Forchetta. Dopo un centinaio di metri abbandonarla per un sentiero che scende a destra tenendosi nel bosco leggermente a valle della strada. Superato un pilone votivo raggiungere le belle baite in pietra di Curdumpero, dove si ritrova la strada asfaltata. Seguirla per un breve tratto prendendo, in corrispondenza del primo tornante, la sterrata che si stacca a destra (bacheca e altro pilone votivo).

Più in alto, trascurata una diramazione a destra, si arriva al primo pilone dedicato alle apparizioni della Madonna: lungo il percorso se ne incontrano dieci, ciascuno accompagnato da un pannello informativo. Il primo ricorda la manifestazione di Nostra Signora di Guadalupe, avvenuta secondo la tradizione in Messico nel 1531. Al suo interno si trova una statua della Madonna proveniente da quel luogo sacro.

Ignorando tutte le deviazioni laterali proseguire sulla sterrata che guadagna ancora qualche metro. Doppiato un costone il fondo diventa inerbito e la strada procede in piano sull’appartata e boscosa valle del Tesso.

La sterrata continua con percorso dolce e regolare superando altri piloni. In corrispondenza di quello di Nostra Signora di Lourdes si intercetta l’itinerario 3V (Tre vallate), un trekking di più giorni che si sviluppa a partire dalla valle Malone, attraversa la valle Tesso e si conclude dopo aver percorso tutta la val Grande di Lanzo.

Proseguendo si giunge alle baite Proima (1.290 m), nei pressi delle quali la strada si riduce a mulattiera. Il sentiero, ottimamente risistemato negli ultimi anni grazie all’impegno di volontari, continua con diversi saliscendi arrivando al pilone dedicato alla Nostra Signora di Knock, posizionato nei pressi di una roccia panoramica localmente conosciuta come Roc dou Pat. Poco oltre si giunge sulla punta Penna (1.330 m), roccione affacciato su Coassolo Torinese, nei cui pressi si trova il pilone intitolato a Nostra Signora di Fatima.

Il sentiero prosegue passando ai piedi di un grosso masso in una nicchia del quale è ospitata la statua di Nostra Signora di Banneux. Poco più avanti attraversa un rio laterale e alcune aree acquitrinose parzialmente attrezzate con passerelle artigianali costituite da tronchi in legno (attenzione in inverno perché potrebbe essere presente del ghiaccio).

Un rudere precede l’ottavo pilone intitolato a Nostra Signora di Akita, nei cui dintorni si tocca il punto più alto del percorso (1.365 m). Superato anche il pilone di Nostra Signora di Kibeho, ben protetto sotto un roccione, il sentiero scende verso un impluvio. Oltrepassato il rio toccare il decimo e ultimo pilone, nei cui pressi si trovano i ruderi della Cà du Mago, caratteristica costruzione che sfruttava degli enormi massi come muri, e un roccione affacciato nel vuoto.

Poco dopo raggiungere un bivio dove si procede dritto scendendo a fianco del rudere di Casas.

Ben presto si scende su una stradina asfaltata in arrivo da Mecca, frazione di Monastero di Lanzo, dove appare il santuario di Marsaglia (1.300 m). La sua imponente facciata barocca spicca rispetto alle baite in pietra della piccola borgata che lo circonda. Il santuario, che ha assunto la forma attuale nella seconda metà del Settecento, ospita centinaia di ex voto, alcuni risalenti addirittura al Seicento. Sebbene i più antichi siano stati trasferiti in un luogo più sicuro, quelli rimasti offrono comunque un quadro significativo delle vicende storiche e sociali della vallata.

Il ritorno avviene seguendo a ritroso il percorso dell’andata.

Testo di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com

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