In breve

Il rifugio Daviso, situato in una posizione leggermente decentrata nell’alto vallone di Gura, offre una vista mozzafiato sull’alta val Grande di Lanzo e soprattutto sulla maestosa muraglia di cime che lo circondano. Montagne imponenti che superano abbondantemente i tremila metri, sulle quali si sono formate generazioni di alpinisti “moderni” come Andrea Mellano, Gian Piero Motti, Ugo Manera e Gian Carlo Grassi, fondatori del movimento il Nuovo mattino. Un piccolo rifugio, semplice ma estremamente accogliente, frequentato prevalentemente da alpinisti esperti e gestito con passione da una squadra di gentilissimi volontari.


Partenza

Indicazioni

Superare il ponte sul torrente Gura oltre il quale si svolta a destra sulla sterrata che si inoltra nell’omonimo vallone (fontana dopo un centinaio di metri). Proseguire verso monte sul fianco del torrente e della piana alluvionale dei Gabi.

Dopo un chilometro la strada si trasforma in mulattiera che prosegue con ripidi zigzag in un bosco misto. Il sentiero compie un ampio semicerchio sbucando più in alto in una radura che precede i ruderi del gias Roccette (1.629 m).

Continuando a salire fiancheggiare l’alpe La Grotta (1.750 m), oltre la quale gli alberi si fanno via via più radi. In breve raggiungere il bel pianoro della Rova Piana (1.800 m), un’ampia distesa erbosa circondata da balze rocciose solcate da rii e cascate.

Il sentiero piega a destra scendendo verso il profondo impluvio del rio Bramafam. Superandolo su passerella metallica (che viene ritirata a fine stagione per poi essere ripristinata l’estate successiva) procedere sul versante opposto portandosi a fianco dell’impetuoso torrente Gura.

Lasciato a sinistra il sentiero diretto al rifugio Ferreri-Rivero, attraversare anche questo rio grazie a una seconda passerella metallica. Superate le pietre accatastate dell’impluvio raggiungere un pendio erboso che si risale su bel sentiero al cospetto di cime imponenti, con ottimi scorci verso il fondovalle e Forno Alpi Graie.

Superare prima il gias di Milon (1.994 m), quindi il gias Gran pian (2.144 m), composto da un gruppo di ruderi. Il sentiero perde leggermente quota per aggirare dal basso una fascia rocciosa, quindi riprende a salire con una serie di ripidi e stretti tornantini. Ormai manca poco, anche se il piccolo rifugio Daviso (2.280 m) appare solo all’ultimo.

Dedicato alla memoria del barone valdostano Paolo Daviso, tragicamente scomparso in un incidente sulla Bessanese nel 1921, è una struttura spartana ma accogliente che incarna perfettamente lo stile delle strutture alpine. Da qui transita la via normale per la Levanna orientale, una delle grandi classiche delle valli di Lanzo.

Testo di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com

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