In breve

Un bel percorso di bassa valle che si sviluppa tra le valli Tesso e Malone. Il nome deriva dalle “lose”, le lastre di pietra utilizzate per le coperture di tetti, scalini e balconi delle numerose borgate attraversate, e dal panoramico pilone del Merlo. L’itinerario ricalca una porzione dell’M50, il più lungo tra quelli tracciati dall’Associazione sentieri alta val Malone, ed è molto ben segnalato. Vario e divertente alterna asfalto, sterrate e sentieri tecnici.


Partenza

Indicazioni

Dal parcheggio procedere verso sud. Alla rotatoria imboccare la seconda uscita, via Coassolo, in direzione della frazione Ritornato. La strada curva verso destra e procede in costante salita. Ignorando tutte le diramazioni attraversare case Bellom per poi superare la cappella di sant’Antonio (750 m). Proseguire sulla via principale per un ulteriore chilometro e lasciarla dopo una stretta curva intorno a un’abitazione (buone visuali verso la pianura torinese) per imboccare a sinistra una stradina secondaria sempre asfaltata.

Attraversato un boschetto superare case Minan, un po’ oltre le quali, in un tornante, si lascia l’asfalto per una sterrata semipianeggiante che si stacca a sinistra. Prima che questa termini presso le case Colletto, prendere a sinistra una mulattiera che scende: attenzione a non lanciarsi a tutta velocità perché si stringe improvvisamente affrontando un tratto un po’ tecnico con uno scalino in salita al fondo.

Il sentiero prosegue con qualche sezione tecnica. Dopo quattrocento metri si passa ai piedi di una losera, ossia una cava dalla quale si estraevano le lastre di pietra che danno il nome all’itinerario, che può essere ammirata con una breve deviazione. Il sentiero prosegue allargandosi a pista forestale. Quasi subito la si abbandona per una mulattiera a destra che si infila in un caratteristico viale delimitato da lastre di pietra conficcate in verticale. Al fondo una scalinata conduce tra le case Macario (fontana leggermente scartata a sinistra).

Infilarsi tra le case della borgata raggiungendo la strada asfalta di accesso. Dopo duecento metri prendere la stradina a destra che diventa sterrata superando il nucleo di case Dottora. Riconfluiti su asfalto svoltare a destra in salita entrando tra le case Bertino. Nel successivo tornante imboccare a sinistra una stradina sterrata che presto si restringe a sentiero passando a monte di case Cota.

Senza scendere nella loro direzione proseguire raggiungendo un bivio: ignorata una diramazione a destra (dalla quale si farà ritorno) tenere la sinistra compiendo un tratto in comune con il ritorno.

Il sentiero serpeggia tra bassi e suggestivi muretti di pietre a secco, supera un tavolo da picnic e raggiunge le case Gallo, dove lambisce una strada asfaltata. Seguirla per pochi metri a sinistra, quindi svoltare ancora a sinistra su una sterrata che poco più avanti piega a destra diventando un sentiero. Nel tratto finale si incontrano gradini naturali, poi cementati, che conducono in discesa alla strada asfaltata di Cudine superiore (attenzione alla canalina dell’acqua in uscita, 791 m), dove si trova l’Osteria di campagna, punto strategico per una sosta.

Poco distante si trova l’amiantifera di Balangero, la più grande miniera di amianto d’Europa e una tra le prime del mondo, attiva fino al 1990.

Passare davanti alla cappella dedicata a sant’Antonio di Padova, il cui campanile curiosamente è separato e addossato a un altro edificio, e all’ex scuola elementare, costruita nel 1973 per ricordare i caduti dell’eccidio di Cudine, uno dei momenti più drammatici della lotta partigiana. In breve si raggiunge il colle Forcola (800 m), displuvio verso la valle Tesso. Entrati nel territorio del comune di Coassolo Torinese scendere per ottocento metri lineari dopo i quali si prende una rampa asfaltata a destra.

Ignorando tutte le deviazioni superare diversi nuclei di abitazioni raggiungendo San Grato (858 m). Dopo l’omonima cappella la stradina scende per un breve tratto fino a confluire su una strada asfaltata più ampia. Seguirla verso destra in salita raggiungendo la borgata Vietti (835 m), preceduta dalla cappella della santissima Trinità.

Ignorata una prima deviazione che sale a destra tra le case, imboccare quella successiva che dopo alcune centinaia di metri supera Borlat (865 m) raggiungendo Saccona (900 m), dove inizia la salita più impegnativa del percorso. Procedere sul fianco sinistro della cappella della santissima Trinità.

La strada diventa sterrata, dal fondo un poco sconnesso, e guadagna trecento metri di dislivello con una pendenza media del 12%. Si tratta della salita più impegnativa dell’itinerario. Dopo due chilometri e mezzo si raggiunge il punto più alto del percorso (1.188 m), poco a valle delle grange Prarosso. Senza salire nella loro direzione proseguire dritto scendendo in un bosco fitto e selvaggio. Più in basso si incontrano alcune baite in pietra sparse.

A quota 990 m si lascia scendere la sterrata principale verso san Grato per prendere a sinistra una pista che attraversa una faggeta. Ignorata una prima deviazione si svolta ancora a sinistra su un ripidissimo sentiero con radici e pietre dove è necessario spingere la bici. Ritornati in sella si supera la fontana Curnaa, generalmente asciutta.

Proseguendo si ignorano dei sentieri laterali e si confluisce su una più ampia pista forestale dal fondo smosso. Svoltando a sinistra si risale a spinta la ripidissima rampa fino a un crocevia nei pressi del pilone del Merlo (1.044 m). Il luogo è molto panoramico nonostante la vegetazione ostruisca un po’ lo sguardo. Sullo sfondo, verso ovest, spunta perfino l’Uja di Ciamarella.

Imboccare il sentiero che scende verso est raggiungendo un gruppo di ruderi, dopo i quali occorre nuovamente spingere la bici su una breve ma ripida rampa. Seguendo le indicazioni si affrontano divertenti single track tecnici fino a sbucare su una sterrata.

Seguirla in discesa fino alla borgata Garigliet (908 m), dove si confluisce su una strada asfaltata (attenzione alla catena). Scendere a sinistra sulla stradina asfaltata di accesso prendendo poco dopo una scorciatoia a destra. Superata nuovamente la strada asfaltata imboccare dall’altra parte un sentiero che in breve riconduce al bivio già incontrato all’andata nei pressi di case Cota. Da qui si ripercorre un tratto comune a destra fino a Cudine superiore.

Tra il campanile e la cappella di sant’Antonio di Padova svoltare a sinistra su una breve scorciatoia tecnica con gradoni. Lambito l’asfalto prendere ancora un sentiero a sinistra che scende a Cudine (729 m).

Prima di arrivare alle case si prende a sinistra la stradina sterrata. Dopo poco si arriva a un bivio: qui si tiene ancora la sinistra iniziando un tratto divertente con curve paraboliche che formano una sorta di toboga naturale. Il percorso termina nei pressi della cappella dedicata al sacro Cuore. Una ripida scaletta conduce su una strada asfaltata, dove terminano le difficoltà.

Non resta che percorrerla verso sinistra e, con diversi saliscendi e un’ultima salita, tornare a Corio nei pressi della rotatoria e del parcheggio dove si chiude questo percorso.

Testo di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com

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