In breve

Un itinerario nei boschi alle pendici del Bric Castello di Corio che conduce alla scoperta delle “losere”, ossia le cave dove si estraevano le lastre di pietra utilizzate per le coperture di tetti, scalini e balconi. Luoghi importanti per la storia locale, in particolare tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando l’attività era al suo massimo sviluppo e dava lavoro a decine di “picapere” della zona, come venivano definiti i lavoratori. Il percorso si sviluppa quasi interamente nel bosco, senza grandi scorci panoramici, per cui si presta per essere fatto anche nelle giornate uggiose.


Partenza

Indicazioni

Dall’ex scuola elementare di Cudine, costruita nel 1973 per ricordare i caduti dell’eccidio di Cudine, uno dei momenti più drammatici della lotta partigiana, incamminarsi verso nord-est in direzione Corio. Verso sud si intravedono i terrazzamenti dell’amiantifera di Balangero, la più grande miniera di amianto d’Europa e una tra le prime del mondo, attiva fino al 1990.

Superare la cappella dedicata a sant’Antonio di Padova, il cui campanile curiosamente è separato e addossato a un altro edificio. Subito dopo l’Osteria di campagna svoltare a sinistra per risalire una scalinata che presto diventa mulattiera. Giunti su una sterrata nei pressi delle case Gallo girare a sinistra fino a confluire su una strada asfaltata. Prenderla a destra per pochi passi per poi imboccare una mulattiera a destra.

Il sentiero passa sul retro delle case per poi infilarsi in un bosco misto. Superato un rio affianca un tavolo da picnic e prosegue in leggera salita tra castagni, faggi e betulle in parte delimitato da muretti a secco.

In breve si arriva a un bivio da cui prende avvio l’anello. Svoltare a sinistra (si farà invece ritorno da destra) e con una rampa raggiungere una soprastante stradina asfaltata. Seguirla a destra in leggera salita e quando si sdoppia procedere dritto attraversando il nucleo delle case Quater, per poi girare a sinistra entrando tra le case Ghena superiore (925 m, fontana). La strada diventa sterrata e poi si restringe a mulattiera. Verso il termine della borgata (attenzione: poco evidente) svoltare a sinistra sul fianco di una casa.

A un successivo bivio procedere dritto e con diversi saliscendi entrare in una faggeta. Il sentiero si restringe e taglia un pendio scosceso per poi attraversare un bosco misto. Molto più avanti si innesta su una mulattiera più ampia.

Seguirla in salita verso sinistra attraversando un bosco a prevalenza di faggi. Il sentiero scende a superare un impluvio per poi salire verso le case Osella (971 m), punto di massima quota dell’itinerario, precedute da una coppia di ruderi.

Raggiunti gli edifici della borgata, ormai pericolanti, ci si può spingere con un po’ di attenzione alle loro spalle così da vedere una piccola losera. Quella principale, che tra fine Ottecento e inizio Novecento dava lavoro a decine di “picapere” della zona, si trova poco più avanti, oggi quasi completamente nascosta nella vegetazione.

Oltre la borgata scendere verso un impluvio attrezzato con corda (superflua in caso di terreno asciutto), dopo il quale si procede a saliscendi raggiungendo la borgata Pichin, dalla quale si può prendere la stradina asfaltata di accesso o la mulattiera che ne taglia un tornante. I due tracciati si ricongiungono nei pressi di un pilone votivo, dopo il quale si raggiunge la cappella di san Giovanni (884 m), dalle origini antichissime e più volte ricostruita nel corso dei secoli, purtroppo recintata.

Proseguendo verso valle si lascia l’asfalto per una sterrata semipianeggiante che si stacca a destra. Prima che questa termini presso le case Coletto, prendere a sinistra una mulattiera. Dopo quattrocento metri si passa ai piedi della losera già vista dall’alto delle case Osella, che può essere ammirata con una breve deviazione.

Il sentiero prosegue allargandosi a pista forestale. Quasi subito la si abbandona per una mulattiera a destra che si infila in un caratteristico viale delimitato da lastre di pietra conficcate in verticale. Al fondo una scalinata conduce tra le case Macario (fontana leggermente scartata a sinistra).

Infilarsi tra le case della borgata raggiungendo la strada asfaltata di accesso. Dopo duecento metri prendere la stradina a destra che diventa sterrata superando il nucleo di case Dottora. Riconfluiti su asfalto svoltare a destra in salita entrando tra le case Bertino. Nel successivo tornante imboccare a sinistra una stradina sterrata che presto si restringe a sentiero passando a monte di case Cota. Senza scendere nella loro direzione proseguire raggiungendo il bivio dove è iniziato l’anello.

Non resta che procedere a ritroso sul percorso dell’andata fino all’auto.

Testo di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com

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