In breve
Il monte Soglio è il primo importante rilievo della lunga cresta spartiacque che divide la valle Orco (a nord) dalle valli Malone, del Tesso e Grande di Lanzo (a sud). Il suo cocuzzolo tondeggiante è un notevolissimo punto panoramico verso il gruppo del Gran Paradiso, le cime delle valli di Lanzo, la pianura e il Canavese. Il monte si colloca tra i comuni di Corio, Forno Canavese, Pratiglione e Sparone, i cui territori convergono sulla sua cima che può essere raggiunga da diversi itinerari. Quello descritto nel seguito ricalca per la salita una porzione del Gir Lung del Trail del monte Soglio, una competizione di trail running che si tiene ogni anno verso la fine della primavera, per poi scendere dalla via più frequentata. Un anello impegnativo per lunghezza e dislivello ma senza difficoltà tecniche, segnalato in modo impeccabile dell’associazione Sentieri val Malone.
Partenza
IndicazioniTornare pochi metri verso valle superando la cappella della Beata Vergine Consolata, quindi imboccare a sinistra, sul suo fianco (palina), una stradina asfaltata in salita. Dopo circa duecento metri, giunti a un crocevia (palina), svoltare nuovamente a sinistra in direzione delle case Andrè che si aggirano dal basso.
Quando la strada si biforca (palina) mantenere la sinistra per poi entrare sempre su asfalto tra le case della parte superiore della borgata. Nei pressi di una fontana prendere a sinistra una scalinata che presto diventa un sentierino appena accennato (ma sempre ben segnalato con tacche bianco-rosse) che entra in una cupa faggeta. Il percorso attraversa una radura, sale verso alcuni ruderi, attraversa una zona acquitrinosa e supera un piccolo rio. La salita continua ripida con numerosi zig-zag all’interno di un bosco misto.
Guadagnati duecento metri di dislivello si giunge sulla mulattiera del Redio, che prende il nome della famiglia che la realizzò per raggiungere i propri alpeggi. Seguendola verso sinistra si compie un lungo mezzacosta ascendente che taglia le pendici della Rocca Perabianca alternando faggete, boschi misti, colate detritiche attraversate da tratti perfettamente lastricati e antichi alpeggi ormai ridotti a ruderi. In sequenza incontriamo l’alpe Losera (1.200 m), l’alpe delle Secchie e l’alpe Grifun. Si tratta di un percorso piacevole, ma senza vedute visto che si svolge interamente nel bosco.
Dopo l’alpe Grifun il sentiero inizia a scendere perdendo un centinaio di metri di dislivello. Raggiunto il punto più basso prosegue a saliscendi, supera un’ennesima colata detritica e riprende a salire tra i faggi. A un bivio svoltare a destra (tacche), attraversare altre faggete e boschi misti, per poi procedere a mezzacosta alti su un rio, affluente del Malone, che si oltrepassa (il guado potrebbe essere difficoltoso nei periodi di massima portata).
Il sentiero riprende a salire ripido nel bosco. Improvvisamente, nei pressi di alcuni ruderi, questo si dirada lasciando spazio a ampi pascoli, non a caso colonizzati da alpeggi, che in primavera si riempiono di stupende fioriture di crochi, narcisi, genziane, anemoni e rododendri.
Risalire il pendio erboso svoltando a sinistra al primo bivio e poco dopo a destra su un sentiero che sale prima tra radi sorbi e felci e poi a mezzacosta tra betulle sparse. Superato nuovamente l’affluente del Malone, si prosegue con infiniti zig-zag lambendo l’alpe Moité (1.515 m). Molto più in alto, a un bivio (1.655 m), piegare a destra raggiungendo la vicina cresta e il pian del Bensi (1.678 m), dal quale si aprono ampie viste sul Canavese e la val Gallenca.
Volgendo a sinistra risalire l’ampia dorsale tra erba e pietre (ometti) con buoni panorami su entrambi i versanti. Ricevuto un sentiero da destra, con un ultimo strappo raggiungere le baite e i ruderi dell’alpe Rossolo (1.937 m).
Girando a destra, tra i numerosi tratturi seguire quelli che risalgono lungo la linea di massima pendenza il facile pendio erboso fino alla sommità del monte Soglio (1.969 m), sormontata da una madonnina e da una tavola di orientamento che indica le principali cime nei dintorni. In effetti si tratta di un punto panoramico d’eccezione affacciato sull’imbocco della valle Orco, sul massiccio del Gran Paradiso e sulle montagne della Valle d’Aosta. Ma lo sguardo si spinge bel oltre abbracciando il Canavese, le montagne delle Valli di Lanzo, il Monviso, arrivando addirittura alle Alpi Marittime e all’Appennino Ligure.
Durante la Resistenza le pendici del monte Soglio furono teatro di duri scontri tra partigiani e nazifascisti. In particolare a inizio dicembre 1943 a Forno Canavese si svolse una delle battaglie più significative, seguita dal primo tragico eccidio nazifascista in provincia di Torino durante il quale vennero fucilati 18 partigiani e prigionieri.
Ridiscendere all’alpe Rossolo e proseguire dritti sull’ampia e poco pendente dorsale erbosa seguendo gli evidenti solchi. Il sentiero, sempre molto panoramico, si sposta sul versante destro per aggirare un dosso, poi raggiunge un colletto.
Lasciata la cresta diretta verso l’Uja di Corio scendere a sinistra e con alcune serpentine tagliare un facile pendio prativo in vista del sottostante rifugio Alpe Soglia (1.723 m, fontana), fantastico belvedere affacciato sulla val Malone.
Dal rifugio una scorciatoia conduce alla sottostante sterrata carrabile di accesso. Seguirla verso valle (possibili scorciatoie sempre ben segnalate) toccando diversi alpeggi. Intorno ai 1.600 metri di quota compaiono le prime betulle, mentre al di sotto dei 1.400 m la copertura si fa più fitta, con un bosco misto a prevalenza di noccioli.
Molto più in basso, poche decine di metri a valle della bella borgata case Rui (1.112 m), svoltare a sinistra su un sentiero che affianca un grande casolare. Lasciata proseguire la mulattiera, svoltare a sinistra tra i faggi superando un’ultima volta l’affluente del Malone su un caratteristico ponte costituito da enormi lastre di roccia.
Proseguendo in costante discesa si giunge all’ampia borgata case Rughet (927 m), sede di molte seconde case anni Settanta. Grazie a diverse mulattiere che passano tra le case si scende a valle evitando l’asfalto. Al termine svoltare a sinistra sulla stradina asfaltata che in trecento metri riporta al parcheggio di Pian Audi dove si chiude questo ampio e panoramico anello.
Testo di Valerio Dutto di Cuneotrekking.comSegnala un problema
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