In breve

Una bellissima traversata dal rifugio Cibrario che tocca tre passi d’alta quota, due dei quali oltre i 3.000 metri: il colle Sulè, l’Autaret e lo Spiol. Nella prima parte il percorso segue il tracciato del Tour della Bessanese, con viste mozzafiato sulle imponenti e severe cime circostanti, per poi scendere verso l’alta valle di Viù con il Rocciamelone proprio di fronte. Un’ultima ripidissima discesa conduce al grande lago artificiale di Malciaussia, incastonato ai piedi delle propaggini del monte Turlo (a sud), del Rocciamelone (a ovest) e del monte Lera (a nord).


Partenza

Indicazioni

Dal rifugio Cibrario (2.616 m) attraversare il pian Sabiunin, ripiano solcato da numerosi rii che si intersecano. Al fondo il sentiero si impenna e piega verso sinistra tagliando un nevaio che generalmente persiste fino a tarda estate (a seconda delle condizioni potrebbero essere necessari i ramponi), proseguendo ben marcato da tacche e ometti con ripidissime serpentine detritiche.

Guadagnati trecento metri di dislivello raggiungere un’ampia conca detritica sospesa ai piedi della Testa Sulà e del monte Lera, dove si trova ciò che rimane del ghiacciaio Bertà. All’indietro si aprono ampie visuali verso la Croce Rossa mentre alla sua destra, dietro l’insellatura del colle Altare, sbucano la Levanna e il Gran Paradiso.

Il sentiero prosegue in falsopiano verso sud-ovest, poi piega verso destra e con una breve ma ripida salita conduce al colle Sulè (3.063 m), posto tra le severe Testa Sulà (a nord) e la punta Sulè (a sud). Dal versante opposto è ben visibile il colle Autaret, prossima meta.

Il sentiero scende il ripidissimo versante opposto, dove a causa dell’esposizione ombrosa potrebbero persistere nevai, offrendo splendide vedute sulla piramide del Rocciamelone.

Ricevuto da sinistra un sentiero (che in caso di necessità potrebbe essere utilizzato per abbreviare il percorso tagliando la risalita al colle Autaret) riprendere a salire con decisione sbucando appena più in alto nella conca che accoglie un primo lago.

Costeggiarlo da sinistra risalendo alcuni terrazzi naturali. A un bivio tenere la destra per poi scendere verso un secondo minuscolo specchio d’acqua sulla cui sponda si trova il ricovero Moisè (2.953 m), antica casermetta della guardia di frontiera. Verso sud si aprono splendide vedute sul Monviso, con l’Orsiera proprio davanti che pare una sua copia in scala ridotta.

Aggirare la casermetta dal fianco sinistro e riprendere a salire la comoda mulattiera militare che si tiene alta su una coppia di specchi d’acqua. Superato un colletto scendere nella conca del lago superiore Autaret (2.991 m, talvolta chiamato lago occidentale Autaret), nei cui dintorni sono ancora presenti matasse di filo spinato, i ruderi di una casermetta e i resti di un bunker parzialmente demolito in seguito al trattato di pace di Parigi.

Fiancheggiare la sponda orientale del lago con un mezzacosta leggermente aereo, poi riprendere a salire un pendio più facile caratterizzato da rocce a scaglie. In breve raggiungere il colle Autaret (3.077 m), punto più alto del percorso, su cui si trova una grande croce in legno. Si tratta di un valico di grande rilevanza storica situato sul confine francese. Alcuni sostengono che Annibale, durante la sua marcia verso l’Italia, abbia attraversato le Alpi proprio da qui, anche se le teorie scientifiche più recenti hanno smentito questa ipotesi. Dal colle si apre una vista spettacolare sull’opposto vallon de la Lombarde, laterale della Maurienne, chiuso da una muraglia di cime che culmina con l’imponente pointe de Charbonnel.

Senza sconfinare in Francia imboccare il sentiero che con un traverso verso sud-est si tiene sulla sponda occidentale del lago superiore scendendo verso il suo emissario. Costeggiarlo per un tratto sul fianco destro per poi superarlo. Proseguendo tra erbe e pietre, tra le quali emerge l’antica mulattiera lastricata, affiancare un’impressionante quantità di antiche matasse di filo spinato, paletti per reticolato a coda di porco e brande metalliche. Il sentiero, con spettacolari vedute sul Rocciamelone, piega verso est e attraversa a mezzacosta un ampio avvallamento che scende verso l’alta valle di Viù.

Ricevuto da sinistra il sentiero che si sarebbe potuto utilizzare per evitare la risalita al colle Autaret, superare alcuni rii laterali e proseguire con lungo un rettilineo e qualche tornante ignorando ogni deviazione laterale. Ripreso a salire recuperare circa cento metri di dislivello raggiungendo il colle Spiol (2.594 m), segnalato unicamente da un ometto di pietre.

Il sentiero sale a sinistra per alcuni metri, poi compie un bel traverso che porta al di sopra di un ampio pianoro erboso sospeso. Superato un rio laterale raggiungere la conca pietrosa del pian Sulè (2.528 m), dove occorre piegare a destra (attenzione: non evidente) risalendo verso una sorta di colletto.

Di qua non rimane che una lunga discesa a tornanti verso il lago di Malciaussia, costantemente visibile sul fondovalle. Scendere con ripide serpentine, con alcuni tratti in cui fare attenzione perché invasi dall’acqua o leggermente franati. Il percorso alterna traversi, spalle e infiniti zigzag, talvolta stretti e leggermente esposti, che tagliano il ripidissimo pendio erboso. Le vedute sul lago, che si avvicina gradualmente, sono spettacolari.

Molto più in basso il sentiero piega a destra ai piedi di una piccola cascata e segue il corso del rio fino a raggiungere il grande lago artificiale di Malciaussia (1.805 m), dove si conclude la traversata. La costruzione della diga, negli anni Trenta del Novecento, sommerse l’antica frazione che portava lo stesso nome.

Testo di Valerio Dutto di Cuneotrekking.com

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